
LAVANDA: scopriamo il suo fascino
È sicuramente una delle piante più profumate e romantiche, utilizzata fin dall’antichità per ricette di bellezza. Il suo olio essenziale possiede proprietà deodoranti, antisettiche, cicatrizzanti, antinfiammatorie. Anche secca insomma è un piccolo prodigio che è un peccato relegare solo nei cassetti.
Fiorisce in Primavera e in estate e poi i suoi fiori color lillà vengono raccolti e fatti seccare. Una volta pronta, la potete utilizzarla per tante utilissime ri-cette di bellezza, oltre che per creare sac-chettini profumati per l’armadio.
Stiamo parlando della lavanda, una delle piante più profumate e belle dell’estate, utilizza-ta fin dall’antichità per ricette di bellezza e belletti. Da questa pianta si estrae anche un olio, l’olio essenziale di lavanda dal colore verde scuro e dall’odore erbaceo, che possiede infatti numerose proprietà (deodoranti, antisettiche, cicatrizzanti, lenitive, antibiotiche, vasodilatatorie, an- tinfiammatorie, antibatteriche, ecc.) ed è largamente utilizzato sia nella medicina naturale che in cosmetica. Rappresenta un ottimo rimedio casalingo per pelli leg- germente ustionate, le punture di insetti (e meduse) e la cura di piccoli tagli e ferite. È sempre meglio diluirlo in un altro veicolo idratante tipo un gel di aloe vera (10 gocce in 10 ml).
LE SUE CARATTERISTICHE
Il genere Lavandula appartiene alla famiglia delle Lamiacea e comprende una trentina di specie originarie dei Paesi del Mediterraneo. La lavanda è una pianta rustica, che ben si adatta alle diverse situazioni climatiche e cresce spontanea nell’Italia meridionale e la ritroviamo nei terreni aridi e sassosi a formare dei bellissimi cespugli.
La pianta è perenne, un sempreverde di piccole dimensioni con foglie lineari, lan- ceolate, strette, di un caratteristico colore verde-grigio. Le infiorescenze, portate da lunghi steli, sono delle spighe. Ciascuna spiga contiene un numero variabile di fiori molto profumati e con aroma variabile a seconda della specie.
Esistono numerose specie di lavanda, tra le quali: Lavandula Spica, Lavandula Latifolia, Lavandula Angustifolia, Lavandula Dentata e anche numerosi ibridi, chiamati Lavandini, maggiormente coltivati rispetto alle specie pure in quanto hanno degli alti rendimenti in oli essenziali.
COME COLTIVARLA
Tanto sole, poca acqua: la lavanda non gradisce terreni particolarmente umidi per cui tra un’irrigazione e l’altra è op- portuno attendere che il terreno si sia asciugato. Il momento ideale per seminare la lavanda cade in aprile ma può essere piantata anche in autunno. Può creare siepi compatte oppure anche essere coltivata in vasi di grandi dimensioni. Al momento della messa a dimora delle piantine, lasciare uno spazio di 40 cm tra una pianta e l’altra.
La lavanda è una pianta cespugliosa e ha bisogno di spazio. Per favorire la fioritura, effettuare una leggera concimazione pe- riodica. Al termine della fioritura, potare leggermente la pianta per favorire la successiva produzione di nuovi rami fioriferi. Potare la lavanda è semplice, il cespuglio rimarrà folto e rigoglioso più a lungo e così sarà possibile prelevare dei fiori profumati ogni volta che vogliamo.
LA CURIOSITÀ
Il nome lavanda deriva da “lavare”, perché sin dall’antichità questa pianta veniva impiegata per profumare l’acqua destinata all’igiene personale. Già i romani usavano i mazzetti di fiori per deodorare i bagni termali, senza dimenticare che la lavanda costituiva la base per la preparazione di prodotti per la salute della pelle e dei capelli.